Le coltivazioni e l’organizzazione del lavoro agricolo degli anni ’50 nelle video-interviste realizzate nei Laboratori di “DNA di classe”
Negli anni ’50 le famiglie, soprattutto nelle valli trentine, hanno un piccolo appezzamento di terreno. Le coltivazioni sono però destinate quasi unicamente alla sussistenza della famiglia.
Si lavorano i campi rigorosamente a mano, con fatica ma con tanta soddisfazione, perché la meccanizzazione del lavoro non è ancora stata introdotta.
Maria Frizzera
“Maria Frizzera è nata nel 1944 a Gardolo, in tempo di guerra; ha iniziato il suo percorso di studio alle scuole elementari nel 1950: racconta che a quel tempo le classi non erano miste e la maestra che li istruiva era molto severa. Nel 1960 ha iniziato a lavorare, quando aveva 16 anni, in un negozio di frutta e verdura sempre a Gardolo; nel tempo libero aiutava la famiglia nel campo; gli attrezzi utilizzati per le lavorazioni erano: la vanga, il rastrello, la falce, la zappa e l’ aratro che veniva trainato dai buoi, chi aveva la possibilità aveva anche il trattore. I genitori lavoravano la campagna e i ragazzi estirpavano erba e raccoglievano gli ortaggi. Un pò veniva tenuto per la famiglia e il resto veniva venduto o scambiato al mercato.” Intervista di Luca Valdagni – Istituto agrario di San Michele all’Adige
Valentina Trainotti
“Sono Trainotti Valentina, i miei genitori erano dei contadini che lavoravano sotto il Cavalier Debiasi di Ala, in mezzadria. Le principali colture che si coltivavano erano: tabacco, frumento e granoturco; poi c’erano anche patate, fagioli, verza, cappucci, rape e cipolle. I principali attrezzi che si utilizzavano erano: la vanga, la zappa, la forca, il rastrello, la falce e il falcetto. Vigneti non ce n’erano molti, quei pochi erano formati da diverse varietà….” Intervista di Omar Manfredi – Istituto agrario di San Michele all’Adige
Paolo Trepin
“In questo video parla Paolo Trepin, classe 1947 in cui spiega quali erano le caratteristiche della stalla, gli animali allevati, l’alimentazione, i prodotti ottenuti, le malattie presenti, le cure, gli attrezzi usati, l’organizzazione del lavoro, il rapporto con l’ambiente negli anni 50/60.” Intervista di Alex Pellegrini – Istituto agrario di San Michele all’Adige
Vittorio Pizzini
“Nella mia parte del progetto di classe ho intervistato il signor Vittorio un abitante di Castellano. In questa intervista mi ha parlato di molte cose importanti, mi ha raccontato delle varie colture che si coltivavano nei vari campi del paese, degli attrezzi e dei mezzi che si usavano. Mi ha raccontato una cosa molto interessante e importante riguardo alle malattie presenti: negli anni 50-60 non si verificavano molte malattie sulle colture presenti, questo perché i contadini utilizzavano le semenze che si auto producevano con le colture dell’anno prima ed inoltre non c’erano importazioni.” Intervista di Matteo Giovanazzi – Istituto agrario di San Michele all’Adige
Adelina Eccel
“Adelina Eccel è un’agricoltrice trentina nata nel 1943, da sempre a contatto con il modo lavorativo in campagna. Racconta di come un tempo si gestiva la terra, a partire dai primi anni dell’azienda fino all’arrivo delle prime trattrici in paese, descrivendo in maniera concreta le differenze di tipo fisico-qualitative delle vecchie colture oramai cadute in disuso.” Intervista di Giuliano Strata – Istituto agrario di San Michele all’Adige
Tomaselli Livio
“Tomaselli Livio ci racconta che quando lui era ancora un giovane le dimensioni delle stalle erano molto più piccole, meno arieggiate e più basse. Le razze di una volta erano più rustiche: la grigia, la bruna alpina e qualche pezzata rossa. La fienagione era fatta tutta a mano, non c’erano le malattie di oggi, solo qualche mastite, non c’erano veterinari e i rimedi per curare la vacca erano tutti casalinghi.” Intervista di Fabio Fornaciari – Istituto agrario di San Michele all’Adige
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