Uno sviluppo lento
Nonostante la spinta pubblica, il sistema industriale trentino, seppur consistente, non raggiunge i livelli delle altre regioni del Nord-Est d’Italia.
Grazie a un contributo significativo della Regione, nel 1966 viene aperto a Castelnuovo lo stabilimento Calze Malerba, della casa madre di Varese. L’azienda avrebbe incrementato l’occupazione, prevalentemente femminile, in un territorio allora piuttosto depresso come la Valsugana.
Il progresso più significativo si verifica tra il 1964 e il 1974 e porta alla trasformazione dei contadini in operai, detti “metalmezzadri”, con uno spostamento dalle campagne verso gli insediamenti industriali, spesso nel segno del pendolarismo.
Gli effetti positivi dell’industrializzazione si riscontrano:
1. Nella riduzione dell’emigrazione.
2. Nella crescita del reddito.
3. Nel miglioramento dello stile di vita che, a sua volta, porta una trasformazione nei consumi, nelle abitudini e soprattutto nella mentalità.
Il miglioramento della situazione emerge dal censimento del 1971, secondo cui le imprese industriali in Trentino sono 1.104 con 1.528 unità locali e 39.493 addetti.
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