L’alimentazione risente della povertà generale

 

La carne è una rarità e, quando va bene, si mangia una volta alla settimana. Molte famiglie tengono animali da allevamento, ma vengono allevati per essere venduti.

 

In generale non c’è molta varietà in tavola. I piatti principali, tipici della tradizione contadina sono poveri: polenta, patate, crauti, minestra di latte, brodo. La frutta e la verdura sono di stagione e le uova sono fornite dal pollaio.

 

Non si spreca niente: ciò che avanza si ricicla per un altro pasto o come pasto per gli animali.

Il frigorifero non c’è ancora nelle case e la conservazione dei cibi risulta difficile. Si compra giornalmente ciò che si mangia. Il vino è un vero e proprio alimento, non solo una bevanda, e nelle famiglie contadine viene preparato in casa; chi lo compera lo trova sfuso.

 

Mangiare fuori casa è una rarità riservata a famiglie benestanti e a poche occasioni importanti. L’alternativa è un pranzo organizzato in casa per la circostanza più ricca, ma rigorosamente preparato dalle donne della famiglia.

 

Intervista a Milena Di Camillo, nata a Trento nel 1949:

 

 

 

 

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Anni ’50, Sala ristorante − ©Archivio fotografico storico della Provincia autonoma di Trento.

 

 

 

«Si prendeva il latte per quella giornata ed era talmente buono che faceva centimetri di panna sopra; il sapore di quella panna lì non l’ho mai più sentito in vita mia, perché le mucche erano allevate col fieno dei nostri campi, coi fiori, con tutto, non c’erano anticrittogamici o, adesso non so come si dice, ma non c’erano veleni e quelle cose lì. Ricordo che andavo, da piccolissima, quindi parliamo di cinquantacinque anni fa, sul carro col nonno, con le mucche e con i buoi. (…) E ricordo questo latte, centimetri di panna, allora lo raccoglievamo e mia mamma mi ha insegnato a fare il burro. No, volevo fare la panna montata, e mescola, mescola, mescola, a un certo punto vedo che diventa una cosa tutta gialla da una parte e acquosa; allora ho detto: “Mamma, mamma mi è venuta male”. E lei mi ha detto: “Hai fatto semplicemente il burro”. Ho mescolato troppo! Lì ho imparato a fare il burro [Intervista a Marta Sala, nata a Mezzocorona nel 1955]

 

 

 

 

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Anni ’50 − ©Archivio fotografico storico della Provincia autonoma di Trento.

 

 

Intervista a Sergio Giovanazzi,  nato a Trento nel 1937:

 

 

 

Intervista ad Alma Meggio, nata a Strigno nel 1940:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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