L’angelo della montagna
Nel 2006 viene istituita a Trento la gara ciclistica “La leggendaria Charly Gaul”. Ma chi era Charly Gaul?
Ciclista lussemburghese, nato nel 1932, viene soprannominato dai cronisti dell’epoca “Angelo della montagna” grazie ai suoi numerosi successi da scalatore.
In Trentino, e non solo, è famoso per aver guadagnato la maglia rosa nella terribile tappa Merano-Monte Bondone durante il Giro d’Italia del 1956, tappa soprannominata dalla stampa nazionale “la tregenda” a causa delle terribili avversità metereologiche incontrate dai partecipanti che devono far fronte al freddo e alla neve fuori stagione. Molti, lungo il percorso si ritirano perché stremati e non equipaggiati, ma il lussemburghese, quell’8 giugno 1956, mezzo congelato, compie l’impresa tagliando il traguardo a Vason del Bondone con un distacco notevole dal resto dei partecipanti.
«Nella storia del Giro come nella storia del ciclismo il Bondone è Charly Gaul che esce dalla nebbia, che sbuca dalla tormenta, che non riesce a dire una sola parola, gli occhi fissi, sbarrati, le lacrime ghiacciate. […] La bufera di neve fece ritirare 44 degli 87 concorrenti partiti 242 chilometri prima.» [“Quel Bondone del ’56: Il gelo ci uccideva”, in LaRepubblica.it, 23/05/2006]
«Al Rolle, la pioggia era già grandine. Scalammo il Brocon in una tempesta di vento gelido, soffiava implacabile come d’inverno nella mia Val di Cembra. Mai avevo patito tanto freddo. Mica c’erano i materiali di oggi, la bicicletta pesava cinque chili di più. Eravamo partiti in braghe e maglietta corte, per proteggerci usammo di tutto, giornali, mantelline, magliette a maniche lunghe. In discesa, poi, il freddo era impossibile: non riuscivi più a muoverti, eravamo così intirizziti che stavamo appesi al manubrio per disperazione: avessimo saputo quello che ci attendeva…» [Aldo Moser in “Quel Bondone del ‘ 56: Il gelo ci uccideva”, in LaRepubblica.it, 23/05/2006]
«Quando i ciclisti giunsero a Vaneze, dove c’erano 20 centimetri di neve, a Vason ne aveva fatti almeno 40! Non riuscii a muovermi di casa. Vidi la tappa in televisione soltanto due ore più tardi, alla sera, nella trasmissione “Giro a segno” condotto da Raimondo Vianello e Ugo Tognazzi. […] Non ho più scordato quella vittoria e mi rimase in mente la fatica sul suo volto (di Charly Gaul n.d.r.).» [Intervista a Lino Nicolussi in A. Bertolini, L. Caracristi, Il Monte Bondone. Storie e memorie dell’Alpe di Trento a 60 anni dall’impresa di Charly Gaul, Fondazione Museo storico del Trentino, Trento 2016]
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