Sempre più automobili

 

Il periodo del boom automobilistico continua anche negli anni Settanta; il numero delle automobili raddoppia, anche se le prime crisi petrolifere e il costo della benzina segnano un ritorno all’uso dei mezzi pubblici.

Negli anni Settanta, possedere un’automobile non è più una rarità come nei decenni precedenti, quando era un vero e proprio lusso. Le vetture in circolazione aumentano di anno in anno; se nel 1968 in Trentino sono 60.000, nel 1978 sono più del doppio (135 mila) fino a diventare 184.000 nel 1981.

 

evoluzione trasporti

 

Oltre al semplice possesso dell’automobile, in questi anni si diffonde anche l’interesse e la passione per i motori e la potenza delle macchine. I rally e le gare automobilistiche sono molto seguiti e questo influisce sui desideri degli italiani, che al posto delle Fiat 500 e 600, iniziano a sognare auto sportive.

 

L’aumento delle vetture in circolazione, impone l’adozione di regole di disciplina del traffico. Queste vengono introdotte con la legge n. 631 del 1977 – “Limitazioni generali di velocità per i veicoli a motore” – per ragioni di sicurezza e prevedono sanzioni piuttosto costose per chi non le rispetta.

Inoltre, si pone la questione dei parcheggi, soprattutto nelle aree urbane. Strade, piazze e altre aree vengono predisposte per la sosta delle auto; pochi i parcheggi a pagamento in cambio di sorveglianza.

 

evoluzione dei trasporti

Via Suffragio intasata dal traffico e dalle auto posteggiate. Foto tratta da: “Trento. Cronache 1950-2000”

 

 

 

Accanto alle automobili, anche le motociclette diventano sempre più numerose, soprattutto tra i giovani, nell’attesa di poter fare la patente. Oltre alle intramontabili “Vespa” e “Lambretta” si vedono sempre più motocicli di grossa cilindrata sulle strade, ed i giovani partono, zaino in spalla, per brevi avventure su due ruote assaporando un nuovo senso di libertà.

 

 

Moto Guzzi Specia V7 – 1969

 

Honda CB750, 1969-70

La Kawasaki Z1000 1977

 

Una rete ferroviaria più moderna

La rete ferroviaria è oggetto di proposte di ammodernamento. Viene realizzato il traforo del Brennero per collegare Innsbruck e Fortezza in un territorio montano poco confortevole. Grazie alla mobilitazione del Cafev (Comitato Ammodernamento Ferrovia della Valsugana, costituito nel 1977) e all’inserimento della linea Trento-Venezia nel “Piano Integrativo” delle Ferrovie, alcuni interventi riguardano la “ferrovia della Valsugana” (da Trento a Primolano), linea a binario unico in condizione precaria e arretrata, importante collegamento tra Trento e i paesi della valle.

Corriere ed autobus: arriva la macchinetta obliteratrice

Il trasporto pubblico su strada in Trentino è gestito dall’Atesina e da una ventina di concessionarie private che si occupano di collegare le vallate al capoluogo.  A causa della frammentazione delle concessioni il servizio non è sempre adeguato alle esigenze, soprattutto dei pendolari. Nel 1973 l’assessore ai trasporti Enrico Pancheri propone l’affidamento di tutto il servizio alla società Atesina e, per le Valli di Non e di Sole, alla Ferrovia Trento-Malè per garantire un servizio più efficace ed efficiente. L’istituzione di isole pedonali e zone a traffico limitato nei centri urbani, oltre ad una maggiore attenzione all’impatto ambientale, favoriscono l’uso del trasporto pubblico urbano. Anche a Rovereto nel 1974 viene attivato il servizio autobus, inizialmente costituito da due sole linee.

 

Evoluzione trasporti

Trasporto interurbano. Foto tratta da: “Trentino da ricordare” 1978

 

 

evoluzione trasporti

«L’adige» del 4 aprile 1970

 

 

Per ridurre le spese di gestione, nel 1975, il bigliettaio viene sostituito dalla macchinetta obliteratrice e gli autobus diventano ad “agente unico”. Dal 31 luglio 1978 i viaggiatori devono comprare il biglietto prima di prendere l’autobus.

Nel 1979, la società Atesina registra un deficit di oltre 11 miliardi, quindi la soluzione immediata sembra essere l’aumento del prezzo del biglietto, sia per il servizio urbano che per l’extraurbano. La gente si oppone e seguono alcune manifestazioni e presidi di protesta. Parallelamente, scioperano anche gli autisti che si sono visti togliere i benefici – biglietti gratuiti e abbonamento per pensionati – ottenuti dopo molte contrattazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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