Una miscellanea di racconti, memorie, saggi, poesie e ricette, scritte o raccolte dagli anziani della zona di Pergine. Protagonisti di queste memorie sono il territorio e la società perginese in un arco di tempo che copre in particolare gli anni ’30, ’40 e ’50 del Novecento.

 

[AA.VV., “Lo scrigno della memoria. Frammenti di storia perginese”, Publistampa, Pergine Valsugana 1996]

 

Scrigno della memoria

 

«Lo scrigno della memoria è un titolo appropriato per questa ulteriore fatica degli anziani e dei pensionati di Pergine, per questo ulteriore contributo alla crescita civica (innanzitutto) e culturale da essi offerto alla comunità della quale si sentono e vogliono effettivamente essere parte attiva. È da questa volontà, da questo ruolo tenacemente perseguito dagli autori, che bisogna partire per valutare, apprezzare ed interpretare gli scritti diversi e diseguali che compongono il presente volume […].

Dall’altra parte vi è il tentativo di porre a disposizione delle generazioni successive la ricchezza della propria memoria “storica”: immagini, avvenimenti, episodi di cronaca quotidiana, personaggi, luoghi, attività e mestieri perduti. Ci vengono così affidati elementi di conoscenza che in molti casi non sarebbero accessibili per altre vie e che, senza questa offerta spontanea, sarebbero destinati ad essere in futuro non più recuperabili.»

 

[Nino Forenza, in AA.VV., “Lo scrigno della memoria. Frammenti di storia perginese”, Publistampa, Pergine Valsugana 1996]

 

«Brivido d’autunno
nella sera incombente.
Si specchia il cielo
nelle purissime acque.
Il solitario pino
sospira al lieve
alito di vento
l’addio all’estate
che s’invola
nel primo velo di nebbia!» 

 

[“Al laghetto del passo del Manghen”, di Maria Pellegri Beber in AA.VV., “Lo scrigno della memoria. Frammenti di storia perginese”, Publistampa, Pergine Valsugana 1996]

 

«Il seggiolaio era l’artigiano che costruiva e riparava le seggiole usate dai componenti della famiglia. L’impagliatore si annunciava col grido “El caregheta, el caregheta”, passava di casa in casa portando sotto braccio un mazzo di erbe palustri essiccate e nell’altro una vecchia sedia con le gambe segate. Tutti lo osservavano mentre lavorava. Ammiravano la facilità con cui le sue mani attorcigliavano e intrecciavano il cordone. Questi gesti di un rito antico. Vari erano i tipi di impagliatura fra i quali il disegno a spicchi e l’intrecciatura delle erbe con il disegno a dama.» 

 

[“El Caregheta”, di Vigilio e Luigi in AA.VV., “Lo scrigno della memoria. Frammenti di storia perginese”, Publistampa, Pergine Valsugana 1996]

 

«Anche quel giorno, era l’estate del 1951, i miei due fratelli maggiori, come di consueto, portarono Lela al pascolo. Costeggiarono le roste lungo la Fersina, giù fino alla grande slavina che feriva la montagna di Falesina per diverse centinaia di metri, e lì lasciarono Lela anche se avevano il compito di accudirla per bene. […].» 

 

[“Canezza, una volta”, di Claudio Morell in AA.VV., “Lo scrigno della memoria. Frammenti di storia perginese”, Publistampa, Pergine Valsugana 1996]]

 

“Lo scrigno della memoria” nasce grazie alla collaborazione di vari autori e associazioni del perginese: la Scuola Media “Ciro Andreatta”, la Casa di Riposo S.Spirito, il Circolo Comunale Pensionati e Anziani e il Movimento Decanale per la Pastorale Pensionati e Anziani di Pergine.

 

 

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