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«Il Trentino Alto Adige, regione italiana a statuto speciale, è composta da due territori, quello trentino e quello altoatesino, quest’ultimo ai confini con l’Austria e la Svizzera, abbastanza diversi per lingua, storia e cultura. La zona è abitata infatti da popolazioni di lingua tedesca, ladina e italiana.

Il processo che ha visto l’unificazione del territorio in un’unica regione, avvenuto dopo la prima Guerra Mondiale con il Trattato di Saint Germain, è stato difficoltoso proprio perché si trattava di creare i presupposti per una convivenza pacifica e duratura. Fu così che nel 1946, venne siglato l’accordo DeGasperi-Gruber, che aveva come finalità quella di garantire il bilinguismo nelle scuole, la doppia toponomastica e una certa autonomia della zona altoatesina. Ne seguì però che tali misure non erano bastate a creare una convivenza pacifica, infatti negli anni ’60 la Sudtiroler Volkspartei,  partito portavoce delle spinte secessioniste e autonomiste, portò avanti una violenta politica anti-italiana che sfociò negli attentati ad opera del BAS (Comitato per la liberazione del Sud Tirolo).

Finalmente nel 1969 venne firmato, in accordo con il governo austriaco, il Pacchetto per l’Alto Adige, ovvero una serie di provvedimenti atti a riconoscere e tutelare l’autonomia politica e linguistica della popolazione tedesca dell’Alto Adige. Che effetti ha avuto sulla popolazione l’attuazione del Pacchetto? Cosa ne pensano gli esponenti politici locali e quelli sindacali?».

 

Tratto da “Viaggio in Italia – Trentino Alto Adige”. ©RAI 2015 – tutti i diritti riservati. www.raistoria.rai.it

 

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