13/01/2015 “La Voce del Trentino”

 

DNA TRENTINO: UNA PUBBLICAZIONE E PRESTO UN PORTALE WEB RACCONTANO TRENT’ANNI DI STORIA LOCALE

 

Avvicinare i giovani alla storia recente del Trentino.
Questo l’obiettivo primario del progetto, presentato stamane alla Sala Belli della Provincia, attivato dall’Ufficio per il Sistema bibliotecario trentino e la partecipazione culturale con la collaborazione di TSM Trentino School of Management.
Una storia non costruita sui documenti o sui riscontri di archivio, ma sulle testimonianze di chi, le vicende narrate, le ha vissute in prima persona.
Di qui l’acronimo, dai nostri avi, DNA Trentino, racconti di storie vissute.
Racconti, per ora, in forma di volume ma destinati ad essere diffusi attraverso il web con un portale (DNA Trentino) aperto alle testimonianze di tutti i trentini.
Un modo forse nuovo di raccontare la storia di questa terra e di tradurla nella contemporaneità, nel contesto attuale, mettendola a disposizione dei giovani affinché possano creare attraverso essa la mappa del proprio futuro.

“Un lavoro – scrive l’assessore alla cultura Tiziano Mellarini nella premessa al volume – che connette in modo virtuoso generazioni diverse che tanto hanno da raccontarsi e forse anche tanto da comprendersi”.

Come la molecola che trasmette da una generazione all’altra caratteristiche genetiche, così DNA Trentino tramanda e trasferisce informazioni ed esperienze importanti per capire la realtà di oggi.

Un filo ideale che percorre il tempo , che si evolve e che lega il passato al presente e al futuro.
Con la partecipazione di tre giovani tirocinanti – Elena Baldo, Daniela Deon e Martina Nardelli – che hanno colto la sfida di un progetto tutt’altro che scontato, è stata raccontata, attraverso la viva voce dei protagonisti del tempo, la storia del Trentino e della sua gente negli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta.

“Tre decenni – spiega Mauro Marcantoni di TSM – che sono il presupposto del Trentino di oggi e che corrispondono a tre diversi vissuti: gli anni Cinquanta come decennio del “io voglio” (il riscatto, uscire dalla miseria, rinascere), gli anni Sessanta del “io posso” (cambiare il mondo, realizzare i sogni e le aspirazioni del decennio precedente), e gli anni Settanta, decennio del “io dubito” (che lo sviluppo economico sia indefinito e lineare, dei dogmi morali ed etici, della sostenibilità di un progresso a scapito dell’ambiente).”

 

Trent’anni della storia recente del Trentino raccontati come farebbe un nonno ai propri nipoti.
Così, ad esempio, negli anni Cinquanta “gli animali erano piccoli perché non gli davano da mangiare, magri come la gente. Lavare si lavava col sapone e c’era la caldera.
A Ospedaletto la macelleria apriva solo la domenica mattina e c’erano famiglie che per il pranzo domenicale compravano un chilo di ossa per fare il brodo: era già un pranzo di lusso.
La radio aveva l’occhietto verde, i primi televisori erano a gettone e a Trento, città delle botteghe, c’erano più calzolai che in tutta Milano, a mamma e papà si dava ancora del “Voi”, le case erano ancora come le caverne illuminate da lampadine con al massimo dieci “candele”, l’acqua si prendeva alla fontana, c’era la stufa ma non c’era il frigo”.

E poi il decennio in cui si sono abbattute le distanze, gli anni Sessanta dell’automobile di massa, del telefono, della televisione come bene diffuso e soprattutto della rivoluzione sessantottina.
“Erano gli anni del benessere, perché lavoro ce n’era, bastava aver voglia. La Provincia aveva potestà legislative importanti, ma non nei settori economici: aveva voce in capitolo sulla formazione professionale e in materia urbanistica ed usa questo come base e il resto se lo inventa”.
Sono gli anni in cui prende forma l’Autostrada e “gli industriali venivano volentieri in Trentino, perché dicevano: son montanari, abituati a lavorare sodo.
I trentini erano metalmezzadri: lavorare la campagna e poi fare il metalmeccanico, era una delle ragioni per cui le fabbriche venivano da noi, anche se la paga era un po’ fiacca potevano arrotondare col lavoro nei campi.”

Infine gli anni Settanta, il decennio del dubbio, delle crisi energetiche e delle domeniche dell’austerity, del divorzio e dell’aborto, in cui “si inizia a vedere che non si riesce più a vivere all’altezza del boom economico, Trento era conciata male, brutta, sporca, con le case affumicate dalla fuliggine dei riscaldamenti e del traffico.”
Il decennio della Sloi, dell’alluvione, dell’enciclopedia sessuale della Mondadori che fece scandalo a livello nazionale, il decennio in cui le donne gridavano nei cortei “l’utero è mio e lo gestisco io e nel quale compaiono parole nuove come veicolo di idee nuove: ecologia, ad esempio.
Suggestioni, racconti, che hanno fatto da contrappunto, tramite due giovani lettori, Elisa e Matteo, alla presentazione di DNA Trentino.

 

“Una storia raccontata non come successione di date e avvenimenti ma come brani di esistenze – dice Sara Guelmi, direttrice dell’Ufficio Sistema Bibliotecario Trentino e Partecipazione Culturale – ciascuna con la propria carica di entusiasmo e difficoltà. Un volume che nasce dall’importanza di attivare un progetto rivolto ai giovani, che non hanno conoscenza di cosa era la vita dei loro genitori e dei loro nonni, un passato recente che deve essere conosciuto.”

La pubblicazione presentata oggi presso la sala Belli del Palazzo della Provincia autonoma di Trento è il frutto tangibile di un progetto ben riuscito che è ad un tempo un importante punto di arrivo e la premessa di nuove suggestive evoluzioni, ma anche – come afferma Claudio Martinelli, dirigente del Servizio Attività culturali -“un investimento sui giovani”.

 

La pubblicazione, a tiratura limitata, rappresenta infatti solo il primo step di un progetto che nei prossimi mesi troverà nel web la sua più congeniale applicazione.
Nella seconda fase saranno raccolti contributi di partecipazione popolare attraverso le testimonianze e i documenti che i trentini vorranno condividere, contribuendo così, ciascuno con la propria storia personale, al grande comune racconto della storia di questa terra.

 

Le tre tirocinanti sono Elena Baldo, Daniela Deon e Martina Nardelli.
Gli intervistati: Renato Ballardini, Francesco Borzaga, Paola Buccella, Elio Caola, Franco de Battaglia, Milena Di Camillo, Mariarosa Fedel, Antonio Fontana, Lucia Fontana, Mariano Gianotti, Sergio Giovanazzi, Paola Gottardi, Iole Gregori, Giorgio Grigolli, don Giuseppe Grosselli, Sara Guelmi, Mauro Marcantoni, Pio Marchel, Alma Meggio, Enrica Nardelli Pastore, Gilberto Navarini, Mario Negri, Gianfranco Postal, Giorgio Postal, Erminia Pozzato, Silvano Rauzi, Natale Remondini, Natale Rigotti, Adriana Maurina Rossi, Marta Sala, Fiorentino Sandri, Franco Sandri, Sandra Segatta, Achille Simonini, Marcello Taddei, Sandra Tafner, Gino

 

 

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