Coppia che vai, scelte di stile che trovi

 

Il giorno del matrimonio

Nel matrimonio anni ‘70 prevale il contenuto della “promessa” rispetto alla forma.
La cerimonia è occasione di festa da condividere con parenti e amici. Il vestito della sposa viene reinterpretato: anche il più tradizionale degli appuntamenti è oggetto di qualche trasgressione.

 

Lettere di disponibilità al matrimonio. Archivio fotografico storico della Provincia autonoma di Trento.

Lettere di disponibilità al matrimonio -©Archivio storico fotografico della Provincia autonoma di Trento

 

L’abito da sposa

La moda lo vuole perlopiù in stile campagnolo, non necessariamente bianco, anzi, i colori sono molto utilizzati, anche se tenui: rosa, verde pastello, azzurrino.
Compaiono anche i primi abiti da sposa corti: non più il lungo strascico ma una minigonna per allora audace.

 

Il pranzo di nozze

Diventa prassi offrire agli invitati un pranzo al ristorante. Il ricevimento è offerto, perlopiù, dai genitori ed il numero degli invitati varia a seconda delle disponibilità economiche. Durante la festa, che non è più solo l’occasione per mangiare delle rarità, c’è spazio anche per ballare e per divertirsi.

Nasce la tradizione delle fotografie in location suggestive: il fotografo non scatta più solo i classici quadretti di famiglia, ma immortala in posizioni e pose studiate e costruite dal fotografo la coppia di novelli sposi. In alcuni casi iniziano ad essere fatti anche i primi filmini sia della cerimonia in chiesa, sia del pranzo.

 

In viaggio dopo il matrimonio

Il viaggio di nozze consiste ancora in un soggiorno presso parenti lontani o da amici che vivono in città mai visitate.

 

«Mi sono sposato il 26 giugno 1977, nei modi e nelle forme più semplici possibili: in una baita di Palù del Fersina; con il pranzo di nozze – chiamiamolo così! – in baita, insieme ai nostri parenti; in una giornata di pioggia “che Dio la mandava”, mentre le giornate prima e dopo sono state di un sole stupendo. La cerimonia l’ha presieduta un prete gesuita, nostro carissimo amico e molto tollerante; si doveva fare la cosa in baita, ma è venuto il parroco di Palù a pregarci di fare tutto in chiesa perché diversamente il gruppo di protestanti del paese gli avrebbero fatto guerra. Siamo andati in quella chiesetta bianca, sul costone a sinistra verso Palù, molto bella, mentre pioveva a dirotto. Poi, tutti in baita. Il matrimonio che volevamo e come piaceva a noi; con qualche parente perplesso, ma divertito; con la sorpresa dell’arrivo a metà serata dell’orchestrina di uno zio di mia moglie, simpaticissimi e casinisti. Il viaggio di nozze a Londra, in macchina, con la gloriosa “Diane 6”: un’avventura totale!» [Intervista a Franco Sandri, nato a Faedo nel 1937]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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